Nulla si crea, nulla si distrugge: la svastica si trasforma. Lo fecero per la prima volta i nazisti nel primo dopoguerra, quando presero in prestito (rubarono) l'antico simbolo della croce greca, con i bracci piegati ad angoli retti (卐 o 卍), mettendo definitivamente la parola fine ad una storia dalle connotazioni positive. Stop per sempre. L'antico simbolo propiziatorio, utilizzato da molte culture fin dal Neolitico, sacro al Gianismo, al Buddhismo e all'Induismo, diventò definitivamente l'icona delle più grandi atrocità dell'ultimo secolo, e del disco solare neanche più la traccia. Ma, si sa, laddove c'è una fine, c'è sempre un nuovo inizio. E, soprattutto, di fronte all'arma della creatività, c'è ben poco da fare.
Un movimento che nasce nel quartiere di Schoeneberg, a Berlino, in un parco per bambini
Nel quartiere di Schoeneberg, a Berlino, il Signor Ibo Omari, titolare di un negozio di bombolette spray ha reagito all'ennesima svastica in un parco per bambini con una creatività disarmante, soprattutto nei confronti dei neonazisti che da oggi avranno filo da torcere. Eh sì, perché la sua scia colorata è stata seguita da moltissimi writer berlinesi (circa 50mila) e il movimento Paint Back ha riportato la svastica al suo bellissimo valore originario: un simbolo benaugurante per l'umanità.
Insomma, se siete in viaggio a Berlino con il vostro bambino, non dimenticate di andare a caccia di farfalle, coniglietti, quadrifogli, cubi di Rubik, gufetti, forieri del messaggio del movimento #paintback: rispondere all'odio con amore, combattendo ogni forma di razzismo e xenofobia.
