Pepper, il robot che fa passare la paura ai bambini

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Per adesso ha fatto solo una prova, ma Pepper, il robot che può interagire con i bambini e consolarli se hanno paura, potrebbe presto essere 'assunto' dal reparto di Pediatria dell'ospedale di Padova, grazie all'intervento della Fondazione privata 'Salus Pueri'. Si tratta di una sperimentazione unica al momento in Italia.

Alto 120 centimetri, pesante 30 kg, con un'autonomia di 12 ore, l'umanoide - realizzato da un'azienda francese, e acquisito da una società di telecomunicazioni giapponese - è in grado di capire la provenienza dei suoni e identificare le emozioni trasmesse dalla voce, decifrando poi dal volto del paziente il suo stato d'animo. E comportarsi di conseguenza: se un bambino ride, lui farà altrettanto, se piange cercherà di consolarlo, giocando e ballando.

Tutto questo tramite un sistema di 4 microfoni direzionali posizionati sulla testa del robot e di videocamere tridimensionali. Sul petto di Pepper spicca lo schermo del tablet tramite il quale si può scegliere tra le diverse modalità di interazione e impostare la connessione wi fi per controllarlo a distanza. Una rete di sensori permette infine al robot di muoversi senza sbandamenti o pericolo tra le corsie ospedaliere.


La 'robot therapy' sta affermandosi in alcuni Paesi come una efficace sostituta della pet therapy negli ospedali, specie per i più piccoli. Le ragioni sono soprattutto di natura igienica: è impossibile infatti utilizzare le bolle di sapone o un cucciolo d'animale per tranquillizzare una bambino che stia entrando in un ambiente sterile come una sala operatoria.

L'Università di Padova ha già sperimentato per un periodo - spiega Roberto Mancin, ingegnere informatico della Pediatria - un altro umanoide, Nao, un robottino di 60 centimetri, molto meno evoluto però di Pepper. Di quest'ultimo in Giappone sono stati già venduti oltre 2mila esemplari (il costo è di 14-15mila euro), e viene utilizzato in alcuni ospedali in Belgio.

Per il momento quella di Pepper in Pediatria a Padova è stata solo una fugace apparizione, grazie alla disponibilità della Media Direct, un'azienda di Bassano specializzata in informatica per la didattica. Ma la volontà, conferma l'ing. Mancin, è quella di acquistare un esemplare di 'Pepper', grazie ai fondi della 'Salus Pueri' - non è un presidio medico e non potrebbe essere pagato dalla sanità pubblica - e fargli 'mettere il camice' entro la fine del 2016.

 

Fonte (ANSA)

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